Probiotici ed estratti vegetali

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Un aiuto importante dalla natura

I probiotici intesi come microorganismi o loro derivati hanno dimostrato una interessante azione come stimolo allo sviluppo ruminale. La cellula di lievito, ad esempio, contiene RNA e nucleotidi liberi, aminoacidi, vitamine del gruppo B e molti enzimi. Questi ultimi contribuiscono alla scomposizione ed utilizzazione degli zuccheri, facilitano l’assorbimento del glucosio, partecipano ai processi di formazione dei coenzimi e favoriscono l’attività della microflora ruminale e intestinale, con sensibili miglioramenti del pH, della ingestione e della efficienza digestiva.

Negli ultimi tempi molti studi si sono focalizzati sulla valutazione di alcuni estratti vegetali come alternativa naturale all’uso di sostanze antibiotiche o comunque di sintesi chimica. È ormai assodato che alcune essenze sono in grado di condizionare la flora ruminale e quindi le relative fermentazioni. Risultati positivi si sono riscontrati, ad esempio, con l’utilizzo di Aloe Barbadensis e flavonoidi delle foglie di gelso, con cumino e aglio. Gli oli essenziali di timo e cannella hanno dimostrato di stimolare la produzione di propionato e butirrato a scapito dell’acetato (Vakili ed al. Jds 2013). Anche a confronto con l’utilizzo del Monensin, questa combinazione, ha dato risultati importanti (C.E. Chapman Jds 2016).

Altre molecole interessanti per la loro azione sono gli acidi organici. L’acido Malico ha una azione stimolante sul batterio ruminale Selemonas Ruminantium che utilizza ac. Lattico per trasformarlo in acido Propionico con benefici positivi sul pH ruminale particolarmente utile dopo il pasto di concentrati. Contiene il numero di protozoi e quindi riduce la produzione di metano con relativo utilizzo metabolico del carbonio che altrimenti andrebbe perso. Altri studi hanno dimostrato che l’integrazione con acido Malico ha aumentato la digeribilità della fibra (Sniffen et al., 2006), ha aumentato il propionato ruminale (Gomez et al.2005) e la produzione di butirrato (Gomez et al., 2005).

Della azione positiva dell’acido Butirrico sullo sviluppo delle papille ruminali ne è piena la bibliografia. I possibili meccanismi attraverso i quali il butirrato agisce passano dall’accelerazione della proliferazione cellulare, all’inibizione dell’apoptosi delle cellule papillari e allo stimolo della espressione dei geni coinvolti nell’assorbimento e nel metabolismo dei VFA dell’epitelio del rumine.

Conclusioni:

Lo sviluppo del rumine nei vitelli può influenzare direttamente l’assunzione di cibo, la digeribilità dei nutrienti e la crescita finale dei vitelli. Qualsiasi cambiamento nel regime di alimentazione precoce e nella nutrizione può influenzare lo sviluppo del rumine e, di conseguenza, portare a effetti duraturi sulla crescita, sulla salute e sulla produzione di latte successiva. Per questo è fondamentale porre attenzione alla modalità di svezzamento, alle caratteristiche del mangime starter e alla sua modalità di somministrazione.

 

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