Gli oli essenziali sono una miscela di molecole aromatiche estremamente volatili dalla composizione complessa, ottenuti per estrazione da piante e derivati.
Dal punto di vista chimico gli oli essenziali possono variare nella loro composizione.
Ogni molecola che compone l’olio essenziale conferisce un effetto individuale ad un effetto biologico ben definito dell’olio essenziale stesso.
Ad esempio, a carvacrolo e timolo, principali componenti degli oli essenziali estratti da piante della famiglia Lamiaceae (origano, timo, rosmarino, ecc…), sono attribuite notevoli proprietà antibatteriche dimostrate in vitro, mentre, al p-cymene, componente presente in concentrazione minore, seppur non possieda un effetto antimicrobico proprio, viene attribuita la capacità di favorire il trasporto di timolo e carvacrolo attraverso la membrana plasmatica del patogeno concorrendo all’effetto antimicrobico dell’olio essenziale.
Il potere antimicrobico di carvacrolo e timolo è legato alla loro capacità di perturbare la stabilità delle membrane cellulari, portando al collasso della membrana stessa con conseguente perdita di contenuti intracellulari e quindi alla morte delle cellule batteriche.
Nonostante si tratti di molecole molto simili, dal ruolo antimicrobico riconosciuto, la diversa posizione dei gruppi funzionali nella loro struttura molecolare, conferisce effetti diversi sui batteri gram positivi o gram negativi.
Alcuni oli essenziali, specialmente quelli derivati dalle spezie come l’olio essenziale di cannella promuovono la digestione dell’alimento stimolando la produzione di bile ed enzimi digestivi.
Zeng et al. condusse uno studio sulle diete per suini svezzati, confrontando le performance di animali alimentati con una dieta a contenuto energetico standard (3.400 kcal / kg) rispetto alle performance di animali alimentati con una dieta a basso contenuto energetico (3.250 kcal / kg) integrata con 0 o 0,25 g / kg di oli essenziali di cannella e timo(4,5% cinnamaldeide e 13,5% timolo).
Le performance che si sono verificate nei suini alimentati con dieta a basso contenuto energetico integrata con oli essenziali in termini di aumento di peso, sono state molto simili a quelle dei suini alimentati con una dieta a contenuto energetico standard e nettamente migliori rispetto a quelle registrate nei suini alimentati con dieta a basso contenuto energetico non integrata.
L’integrazione di oli essenziali ha migliorato la digeribilità della sostanza secca, delle proteine grezze, migliorando le performance.
Gli effetti positivi degli oli essenziali sulla digeribilità concorrono al mantenimento della salute intestinale in quanto una migliore digestione evita che si accumulino nelle ingesta sostanze fermentescibili che possono essere utilizzate da batteri potenzialmente patogeni per proliferare e dare luogo a dismicrobismi che esitano in disturbi della funzionalità intestinale come diarree, ecc…
Diversi studi che provano l’effetto modulatore degli oli essenziali sull’ecologia intestinale sono stati condotti nel primo periodo post-svezzamento dei suinetti.
L’integrazione di oli essenziali in questo delicato periodo si è rivelata utile per contrastare gli effetti negativi che il passaggio dalla dieta liquida alla dieta solida induce.
Un errato management nutrizionale può infatti aprire scenari come la proliferazione di specie batteriche patogene e l’insorgenza di diarree da post-svezzamento.
La capacità di modulare la flora batterica intestinale, unitamente all’azione antiossidante delle molecole aromatiche contenute negli oli essenziali, importanti nell’aiutare a contrastare la produzione di radicali liberi a seguito dello stress che il cambio di dieta comporta, si sono rivelati effetti di utile applicazione nel coadiuvare questo periodo di transizione.
L’integrazione di oli essenziali nella dieta del suino ha prodotto studi anche relativamente al loro impiego nella dieta per le scrofe, per testarne gli effetti benefici sulle performance dei riproduttori.
In generale il loro impiego si è verificato utile nello stimolare l’appetito della scrofa e nel migliorare l’utilizzazione alimentare a seguito delle modificazioni favorevoli dell’ecologia intestinale.
Modificazioni che sebbene sembrino poco significative, si traducono in miglioramento del benessere animale e minor perdita di peso della scrofa durante la prima settimana di lattazione.
Sempre più studiata e comprovata è la stretta connessione tra le popolazioni microbiche che compongono il microbiota intestinale ed il sistema immunitario dell’animale.
Non sorprende infatti la correlazione tra le modificazioni del microbiota intestinale da parte degli oli essenziali e la modificazione della distribuzione dei linfociti a livello intestinale.
Il tratto gastrointestinale è strettamente connesso a quello che viene definito tessuto linfoide associato all’intestino (GALT), che possiede la più grande massa di tessuto linfoide dell’organismo animale e svolge un ruolo essenziale nel prevenire l’ingresso dei più comuni patogeni.
La modulazione della microflora intestinale comporterebbe una minore necessità di difesa immunitaria a livello intestinale, con una distribuzione minore di linfociti a questo livello.
Una minor pressione immunitaria a livello intestinale potrebbe anche in parte contribuire alla distribuzione dei nutrienti essenziali ai fini di sviluppo dell’animale piuttosto che alle difese immunitarie.
A questo si aggiunge che diversi parametri che indicano lo stato immunitario dell’animale come il numero di linfociti circolanti, il tasso di fagocitosi e il numero di immunoglobuline prodotte possono essere modificati dall’integrazione della dieta con oli essenziali.
Tali modificazioni sono dose dipendenti e possono variare dell’azione sinergica più o meno marcata che può verificarsi tra le varie componenti degli oli essenziali utilizzati.