Lo stress da caldo nei bovini da carne

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caldo

Quali sono le principali conseguenze dello stress da caldo?

Performance di crescita compromesse

Numerosi studi condotti nella bovina da latte evidenziano il drammatico effetto che lo stress da caldo esercita sulle performance produttive, sulla sfera riproduttiva e sullo stato sanitario nonché sopravvivenza dell’animale e pur essendo molto più limitate le informazioni riguardanti il bovino da carne, anch’esse confermano la presenza di effetti fortemente negativi.
O’Brien et al (2010), simulando nel corso di un periodo di 9 giorni un naturale andamento circadiano del clima estivo, con un graduale aumento della temperatura da 29 C° alle 6 di mattina fino a 40.0 C° alle 4 del pomeriggio, con un lento ritorno a 29 C° alle 11 di sera e in presenza di un’umidità del 20%, riscontrarono in giovani vitelli da carne una riduzione delle performance di crescita del 90%, un minor consumo di sostanza secca del 7.3% ed un aumento del 110% del consumo di acqua. Chester-Jones (2007), riporta invece in uno studio a lungo termine, una riduzione della crescita pari al 37%, con un minor consumo di sostanza secca mediamente pari al 6%.

L’importanza dell’ambiente e delle condizioni ambientali emerge chiaramente se si considera quanto siano efficaci gli approcci mirati a ridurre lo stress da caldo anche se tali approcci sono semplici come ad esempio la disponibilità di spazi d’ombra o l’aspersione di acqua.
A riguardo Davis et al. (2001), riportano, durante la stagione calda in bovini da carne incroci Angus x Hereford, un aumento del consumo di sostanza secca e un miglioramento delle performance di crescita a seguito di aspersione di acqua nei momenti caldi della giornata.

Stress da caldo e qualità della carne

I cambiamenti climatici, in particolare quando bruschi ed estremi, sono in grado di influenzare notevolmente la qualità della carne e nello specifico il colore e la tenerezza, elevando l’incidenza di carne a taglio scuro o carne DFD (Dark, firm and dry).

Le ondate di caldo provocano infatti una specifica risposta adrenergica allo stress con rilascio di adrenalina che stimola la vasodilatazione periferica e la glicogenolisi muscolare, depauperando le riserve di glicogeno tissutale con un conseguente aumento del pH finale della carne. Tale situazione viene ulteriormente aggravata dalla riduzione di assunzione di alimento più volte evidenziata e che inevitabilmente si verifica in presenza di stress da caldo.

La presenza di un pH finale più elevato compromette anche conservabilità, capacità di ritenzione idrica alla cottura, gusto ed aroma ma in particolare tenerezza.
Quest’ultima viene anche ed ulteriormente penalizzata dal metabolismo anaerobico che si instaura a seguito dello stress da trasporto, del movimento ad esso associato e che in combinazione con l’ipertermia porta ad un precoce e più intenso rigor mortis che eleva ulteriormente la durezza della carne.
Tale situazione spiega chiaramente il motivo per cui a livello mondiale e nelle aree temperate si assiste ad un tipico andamento della qualità della carne nell’arco dell’anno, con una maggior incidenza di carne con colore più scuro e meno gradevole durante il periodo estivo se non si attuano specifiche strategie preventive e di gestione dello stress da caldo.

 

Come affrontare e prevenire lo stress da caldo?

Ridurre l’apporto di fibra ed elevarne  la degradabilità

Il principale fattore che induce un animale in stress da caldo a ridurre l’assunzione di sostanza secca è il tentativo di limitare la produzione di calore che si origina dal processo digestivo. Dal momento che l’NDF è un componente altamente termogenico l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre l’apporto di fibra ed elevarne nel contempo la degradabilità ma un tale approccio deve considerare ovviamente e con attenzione l’aumento del rischio di acidosi.

Al fine di limitare tale rischio è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra carboidrati strutturali e non fibrosi, modulare adeguatamente la quantità di amido digerito a livello ruminale e duodenale, integrare nutrienti in grado di ottimizzare la funzionalità ed efficienza ruminale ed elevare il livello nutritivo della dieta attraverso l’utilizzo di grassi rumino protetti ma che siano di alta qualità al fine di non penalizzare non solo l’appetibilità della razione ma anche digeribilità.

L’uso di additivi e integratori

Vi sono additivi in grado di migliorare l’efficienza digestiva e stabilizzare l’ambiente ruminale tra i quali certamente primeggiano i lieviti vivi, gli oli essenziali, l’Aspergillus oryzae e l’azoto a rilascio modulato. In un recente studio effettuato su scottone da carne all’ingrasso in condizioni di stress da caldo, Broadway et al. (2016), riportano una diminuzione significativa della temperatura vaginale, degli atti respiratori e dei livelli plasmatici di cortisolo a seguito di somministrazione di lieviti.

Le strategie nutrizionali in grado di migliorare l’attività dei batteri cellulosolitici, di modulare le oscillazioni del pH ruminale e di limitare il rischio di acidosi garantiscono inoltre una consistenza, una composizione ed un’umidità delle feci adeguate, migliorando le condizioni della lettiera e l’ambiente in generale grazie ad una minor liberazione di ammoniaca.

L’utilizzo degli zuccheri liquidi oltre al loro ruolo sulle cinetiche di fermentazione ruminale, promuove l’appetibilità della razione e pertanto il consumo di sostanza secca.
L’utilizzo di acidificanti, come ad esempio l’acido propionico, risulta determinante per garantire la stabilità ossidativa dell’unifeed quando si utilizzano insilati ed in particolare quando la dieta viene fabbricata e distribuita solo 1 o 2 volte al giorno.

In considerazione degli effetti delle ondate di caldo sulla salute degli animali e sulla qualità della carne, risulta inoltre necessario garantire corretti apporti di vitamine E, e di oligoelementi, quali il selenio organico, in modo da ottimizzare non solo la reattività immunitaria e le difese corporee ma anche lo status ossidativo sia dell’organismo in vitam che della carne post-mortem.

Condizioni ambientali adeguate

La dotazione di sistemi di ventilazione forzata è una strategia in grado di elevare in maniera veramente notevole il confort ambientale riuscendo persino a compensare carenze anche significative negli aspetti precedentemente citati.

 

Conclusioni

Un’adeguata prevenzione dello stress da caldo rappresenta oramai un approccio imprescindibile nel moderno allevamento del bovino da carne dove risulta indispensabile ottimizzare l’efficienza produttiva e la qualità del prodotto per poter competere efficacemente in un mercato sempre più difficile, ma anche garantire condizioni di allevamento e di benessere degli animali che si distinguano in modo da soddisfare le richieste delle filiere e le aspettative del consumatore.

Il comfort e molti aspetti ad esso collegati, dalla corretta ventilazione, all’assenza di gas nocivi, alla qualità della lettiera e pulizia del mantello, fino alla salute e comportamento degli animali, sono fattori che rivestono un peso molto importante nella valutazione del benessere animale e che risultano principalmente influenzati dall’ambiente di allevamento.
L’applicazione delle strategie volte a mitigare gli effetti delle ondate di caldo rappresenta una necessità e non solo da attuare ma anche, da attuare per tempo visto che i bovini sono molto sensibili e condizionati dal caldo, anche quando esso sembra di limitata importanza.

Tratto da “Informatore Zootecnico – uscita 9, 2017. Dossier Bovini da carne.

 

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– Riduzione delle fermentazioni anomale all’interno dell’unifeed;
– Preservazione del valore nutrizionale e digestione ottimale della razione;
– Stimolo all’ingestione di sostanza secca e miglioramento delle performance animali.

 

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– Supporta il metabolismo energetico;
– Stimola l’appetito nel post parto e favorisce una maggiore ingestione di sostanza secca;
– La componente vegetale favorisce l’equilibrio ossidativo*.

* L’integrazione di sostanze ad azione antiossidante da piante e derivati presenti nella linea Normoterm, aiuta a contrastare le alterazioni causate dallo stress termico, mantenendo l’equilibrio fisiologico dell’animale a sostegno delle performance

 

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– Contiene fonti zuccherine per un rapido utilizzo energetico;
– Prontamente solubile e di facile utilizzo;
– Ideale in caso di deficit idro-salino, stress da trasporto o temperature elevate.

 

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